Disdetta Enel – Modulo e Guida

In questa guida spieghiamo come disdire un contratto con Enel e mettiamo a disposizione un modulo disdetta Enel da compilare e stampare.

Disdetta Enel

Quando si parla di “disdire Enel” è utile chiarire subito che, in Italia, la gestione di un contratto luce può ricadere su due realtà diverse del gruppo: Enel Energia (mercato libero) e Servizio Elettrico Nazionale – SEN (servizio di maggior tutela, oggi riservato ai clienti vulnerabili). La procedura da seguire dipende dal tuo obiettivo: se vuoi cambiare fornitore non devi fare una disdetta autonoma, perché lo “switching” è curato dal nuovo venditore; se invece vuoi chiudere davvero la fornitura e sigillare il contatore, devi chiedere al fornitore attuale la disattivazione del punto e comunicare il recesso per cessazione. Le due strade hanno basi giuridiche e tempi diversi e conviene sceglierle con consapevolezza per evitare addebiti o interruzioni indesiderate. In caso di cambio fornitore, la regola è che sarà il nuovo venditore a inviare per tuo conto la comunicazione di recesso al precedente, nel rispetto del preavviso contrattuale: non servono lettere o PEC al vecchio gestore, e la fornitura non si interrompe durante il passaggio. In media il cambio decorre il primo giorno del mese e, se la pratica parte entro il 10, prende effetto dal mese successivo; in concreto lo switching richiede di solito da uno a due mesi di calendario. Queste modalità sono fissate dall’Autorità (ARERA) e non cambiano a seconda del marchio commerciale coinvolto.

Se invece vuoi cessare la fornitura e chiudere il contatore, la cornice è diversa. La disattivazione va richiesta al tuo venditore (quindi, se oggi sei con Enel Energia, direttamente a Enel Energia; se sei con SEN, a SEN), secondo i canali indicati dal fornitore. Per sciogliere anche il contratto devi inviare il recesso per cessazione con un preavviso che, per i clienti domestici, non può superare un mese; il recesso decorre dal momento in cui il venditore riceve la comunicazione. A livello operativo, la chiusura la esegue il distributore di zona su ordine del venditore, entro gli standard di qualità fissati da ARERA; se il distributore sfora i tempi massimi, scatta un indennizzo automatico a tuo favore.

Nel rapporto con Enel Energia, la pagina di assistenza ufficiale conferma che la disattivazione comporta la chiusura del contatore e che può essere richiesta dall’intestatario tramite area clienti o app, oppure attraverso i canali di contatto messi a disposizione. La stessa pagina indica che, in via pratica, “solitamente” la chiusura arriva entro un massimo di sette giorni lavorativi sia per luce sia per gas; per la luce Enel dichiara un costo di 23 euro più IVA, oltre a eventuali oneri del distributore, mentre per il gas il costo indicato è 30 euro più IVA, sempre oltre eventuali costi del distributore. Si tratta di informazioni utili per la pianificazione, fermo restando che i tempi giuridici sono quelli degli standard ARERA e che per l’elettricità esistono indennizzi automatici se il tempo massimo viene superato.

La disciplina dei costi merita un approfondimento perché qui si annidano molte incomprensioni. Non esistono “penali” per lasciare un fornitore nel senso stretto del termine: ARERA chiarisce che il diritto di recesso può essere esercitato in qualsiasi momento e non può essere sottoposto a penali o spese di chiusura quando il recesso serve a cambiare venditore; possono però esserci i costi connessi alla sottoscrizione del nuovo contratto (come l’eventuale bollo o un deposito cauzionale) e, se scegli la cessazione della fornitura con chiusura del contatore, i contributi amministrativi previsti dal venditore e gli oneri dovuti al distributore. Per i clienti elettrici ancora in maggior tutela è espressamente previsto un contributo amministrativo di 23 euro per la disattivazione; nel mercato libero l’importo dipende dalle condizioni del singolo contratto, come riportato dall’Atlante ARERA.

Con il Servizio Elettrico Nazionale, la pagina “Cessazione” ribadisce che chiedere la cessazione esprime anche la volontà di disdire il contratto e che la pratica è inoltrata al distributore per l’esecuzione nei tempi di legge. È interessante la precisazione procedurale: se la disattivazione non viene eseguita, la richiesta viene annullata d’ufficio decorsi 60 giorni dalla data prevista; SEN consente l’invio della richiesta da area riservata o con caricamento documentale, oltre agli altri canali ufficiali. Anche in questo caso l’apparato regolatorio resta quello di ARERA, quindi indennizzi e bolletta di chiusura seguono le stesse regole del settore.

Al termine della cessazione riceverai la “bolletta di chiusura”, cioè il documento che conguaglia i consumi fino alla data di disattivazione e che deve includere la restituzione di qualsiasi deposito cauzionale eventualmente versato al venditore. Se il venditore invia la bolletta di chiusura oltre i termini regolatori, è previsto un indennizzo automatico che cresce con l’allungarsi del ritardo. Il meccanismo serve a chiudere correttamente il rapporto, evitare residui e sbloccare il deposito senza dover inseguire il fornitore.

Un capitolo a parte riguarda il “ripensamento” quando il contratto è stato concluso a distanza o fuori dai locali commerciali, per esempio via telefono o porta a porta. Il Codice del Consumo riconosce al consumatore 14 giorni per recedere senza dover indicare una motivazione; il Ministero delle Imprese e del Made in Italy lo ricorda nelle proprie FAQ istituzionali e precisa che, se si è chiesta l’esecuzione del servizio durante quel periodo, si può dover pagare la parte di servizio già svolta pro-rata. La cornice europea recepita in Italia ha fissato da anni il termine dei 14 giorni per il diritto di ripensamento e ARERA lo ha richiamato anche con propria comunicazione istituzionale. Questo strumento è utile se, per esempio, sei appena passato a Enel Energia o hai accettato un’offerta a distanza e cambi idea entro i termini; non è invece lo strumento ordinario per le cessazioni “fisiologiche”, che restano coperte dalle regole di recesso e disattivazione descritte sopra.  Per dettagli sui contatti del servizio clienti è possibile fare riferimento a questa pagina su Numeriassistenzaclienti.net.

Da un punto di vista pratico, per gestire correttamente la disdetta in senso stretto devi quindi partire dall’obiettivo. Se stai lasciando l’immobile e nessuno subentrerà, ha senso chiedere la cessazione con recesso; Enel Energia consente di farlo da area clienti o app, e segnala che la chiusura arriva di norma entro una settimana lavorativa, con costi indicati in pagina. Se, viceversa, l’utenza rimane attiva perché ci sarà un nuovo intestatario (per esempio in caso di compravendita o nuovo inquilino), evita la disattivazione e favorisci la voltura, così non resti senza energia e non generi costi e tempi di riattivazione per chi viene dopo; la voltura è un cambio di intestatario senza interruzione del servizio, mentre il “subentro” serve a riattivare un contatore già chiuso. Le definizioni operative sono spiegate anche nelle pagine di assistenza Enel dedicate a voltura e subentro.

Ricorda poi alcune tutele che lavorano in tuo favore in caso di frizioni. Se la disattivazione non viene eseguita dal distributore nei tempi di qualità, maturi un indennizzo automatico di 35 euro che raddoppia o triplica al crescere del ritardo; il riconoscimento avviene senza necessità di domanda nella prima bolletta utile. Se la bolletta di chiusura arriva tardi, ulteriore indennizzo automatico è dovuto dal venditore. Queste previsioni sono strumenti concreti per far valere i diritti senza aprire contenziosi.

In sintesi, “disdire Enel” significa cose diverse a seconda dei casi e la legge ti offre percorsi distinti ma coordinati. Per cambiare fornitore ti basta scegliere l’operatore subentrante, che invia il recesso al precedente e conclude lo switching nei tempi di sistema senza costi di uscita; per chiudere la fornitura devi chiedere la disattivazione al venditore attuale e formalizzare il recesso per cessazione con un preavviso non superiore a un mese, sapendo che i tempi di esecuzione sono vigilati da ARERA e che eventuali ritardi generano indennizzi automatici. Dopo la cessazione, ti arriverà la bolletta di chiusura con l’eventuale restituzione del deposito. Se hai appena sottoscritto un contratto a distanza e ci hai ripensato, il diritto di ripensamento entro 14 giorni ti consente di tornare sui tuoi passi con oneri limitati. Se oggi sei nel servizio di maggior tutela come cliente vulnerabile, o nel Servizio a Tutele Graduali se non vulnerabile, valgono le stesse regole: per cambiare venditore ti rivolgi solo al nuovo, per chiudere chiedi la disattivazione all’attuale. Seguendo questa mappa normativa e utilizzando i canali ufficiali di Enel Energia o di Servizio Elettrico Nazionale, la disdetta si può gestire in modo lineare, con tutela dei tuoi tempi e del tuo portafoglio.

Modulo Disdetta Enel Word e PDF Editabile

Di seguito è possibile trovare un modulo disdetta Enel Word e PDF.