In questa pagina mettiamo a disposizione un modulo disdetta Vodafone da compilare e stampare.
Disdetta Vodafone
Disdire un contratto Vodafone è possibile in qualunque momento, ma conviene distinguere bene tra “recesso”, “disdetta” e “ripensamento”, perché i presupposti e gli effetti non sono identici. Per recesso si intende l’interruzione del contratto in corso, anche prima della scadenza; per disdetta la scelta di non rinnovare un contratto che prevede una scadenza; per ripensamento il diritto di annullare un acquisto concluso a distanza o fuori dai locali commerciali entro termini precisi. Queste definizioni sono riportate anche nella pagina ufficiale “Disdetta” di Vodafone, che chiarisce il significato dei tre istituti e quando si applicano.
Per comunicare a Vodafone la volontà di cessare i servizi ci sono più canali ammessi. Si può inviare la richiesta tramite l’area clienti (“Fai da te”) compilando il form online, registrare telefonicamente la volontà al 190, recarsi in un punto vendita, oppure inviare una comunicazione scritta. In forma scritta, sono accettate sia la raccomandata indirizzata a “Vodafone Italia S.p.A. – Casella Postale 190 – 10015 Ivrea (TO)”, sia la PEC a [servizioclienti@vodafone.pec.it](mailto:servizioclienti@vodafone.pec.it). Nella comunicazione vanno indicati i dati dell’intestatario e della linea e, se si usa il canale cartaceo o la PEC, va allegata copia del documento di identità; Vodafone pubblica i moduli precompilati per ricaricabili, abbonamenti mobili e rete fissa.
Sul piano dei tempi, il recesso diventa efficace dopo 30 giorni dal ricevimento della richiesta completa da parte dell’operatore. Fino alla data di disattivazione il servizio resta attivo e vengono fatturati i corrispettivi maturati, come indicato nella modulistica ufficiale. È quindi normale ricevere l’ultima fattura con canoni e consumi relativi al periodo di preavviso.
Se stai cambiando operatore, è importante sapere che nella maggior parte dei casi non si deve inviare una disdetta autonoma: si attiva invece la procedura regolata di migrazione/portabilità rivolgendosi esclusivamente al nuovo operatore (recipient). Per le linee di rete fissa, l’AGCOM spiega espressamente che il passaggio si avvia comunicando al nuovo operatore il codice di trasferimento (il “codice migrazione” indicato in fattura) e, se richiesto, le numerazioni da portare; in genere la procedura si chiude tra 3 e 7 giorni lavorativi. Le numerazioni non portate vengono cessate dal vecchio operatore (donating). Il principio cardine è che, al termine del trasferimento, il precedente contratto si risolve automaticamente: questa regola riduce il rischio di doppia fatturazione e di interruzioni del servizio.
Per la portabilità dei numeri mobili, la disciplina è altrettanto stringente: il “cut-over” — cioè il momento effettivo del passaggio del numero — è organizzato per ridurre al minimo l’interruzione, con tempi regolati dal provvedimento AGCOM sulla MNP. È previsto anche un indennizzo minimo, a carico dell’operatore ricevente, se la portabilità subisce ritardi superiori a due giorni lavorativi (dal terzo giorno scatta almeno 2,5 € per ogni giorno di ritardo). Questo meccanismo tutela l’utente e incentiva gli operatori a rispettare le tempistiche.
Quanto ai costi in uscita, la normativa distingue nettamente tra penali (vietate) e “spese di recesso” legittime. Le linee guida AGCOM (delibera 487/18/CONS) stabiliscono che le spese di dismissione o migrazione della linea devono essere commisurate ai costi reali e non possono superare il valore del contratto; inoltre chiariscono che tra gli importi che l’operatore può chiedere rientrano tre categorie: i costi tecnici per disattivare o trasferire l’utenza, la restituzione equa e proporzionata degli eventuali sconti fruiti e il pagamento delle rate residue di dispositivi/servizi abbinati. In altre parole, non ci sono “penali” in senso proprio, ma possono esserci costi oggettivi e recuperi di benefici già goduti, purché proporzionati. Un caso diverso è quello in cui le prestazioni non sono in linea di quanto garantito dal contratto. In questi casi, infatti, è possibile inviare un reclamo per fare valere i propri diritti.
Se il recesso avviene a seguito di modifica unilaterale delle condizioni economiche o contrattuali, l’utente ha diritto a cambiare operatore o cessare senza penali e senza restituire gli importi relativi a promozioni già godute. La modulistica ufficiale Vodafone richiama proprio questa ipotesi, rinviando alla normativa di settore: in tali casi è possibile chiedere la rateizzazione o la chiusura in un’unica soluzione di eventuali rate residue di prodotti o contributi di attivazione, ma non sono dovute penali di recesso.
Per chi recede da offerte con vincoli o con apparati, merita attenzione il capitolo “modem”. La regola generale di sistema è quella del “modem libero”: la delibera AGCOM 348/18/CONS tutela il diritto dell’utente di scegliere l’apparato e vieta imposizioni contrattuali che limitino tale facoltà. Ciò ha un riflesso pratico anche in uscita, perché gli oneri legati all’apparato non possono tradursi in vincoli ingiustificati. Detto questo, le condizioni di reso e gli eventuali addebiti dipendono dall’offerta sottoscritta. Oggi Vodafone indica per la “Vodafone Station” la fornitura a titolo gratuito senza obbligo di restituzione in caso di recesso; diversamente, per altri apparati o per casistiche legate a offerte con rate o a disattivazione prima di 24 mesi, la pagina “Reso dispositivi” disciplina un reso con passaggi dedicati e modulistica di conferma (con indicazioni temporali riportate nella pagina di supporto). Verifica quindi il tuo contratto e le istruzioni di reso dell’apparato specifico prima di spedire o trattenere il modem.
Se la linea da cessare è intestata a una persona deceduta, Vodafone richiede documentazione aggiuntiva (documento del richiedente, certificato di morte e autocertificazione del diritto a succedere) da allegare alla richiesta. La necessità di questi allegati risulta esplicitata nella modulistica ufficiale per il recesso.
C’è poi il tema del credito residuo sulle SIM ricaricabili. Il quadro regolatorio riconosce il diritto al rimborso del credito residuo in caso di scioglimento del rapporto, sebbene restino esclusi i bonus promozionali; è possibile chiederne la restituzione o il trasferimento secondo modalità indicate dall’operatore. Le linee guida AGCOM chiariscono definizione e regole del credito residuo, mentre i moduli Vodafone specificano le opzioni pratiche e gli eventuali costi di gestione dell’operazione.
Il “ripensamento” merita un cenno a parte. Il Codice del Consumo prevede che per i contratti conclusi a distanza o fuori dai locali commerciali l’utente possa recedere senza motivazione entro 14 giorni; il termine sale a 30 giorni per i contratti conclusi a seguito di visite non richieste a domicilio o di escursioni promozionali. L’esercizio del diritto va comunicato entro i termini, con modulo tipo o dichiarazione esplicita; il professionista deve rimborsare quanto pagato entro 14 giorni dalla comunicazione, mentre l’utente restituisce i beni ricevuti nei 14 giorni successivi. Queste regole, pubblicate dal Ministero Imprese e Made in Italy nelle FAQ aggiornate, si applicano anche ai servizi di comunicazione elettronica acquistati a distanza, fermo restando l’eventuale pagamento proporzionale per la parte di servizio già fruita se l’utente aveva chiesto espressamente l’attivazione durante il periodo di recesso.
In concreto, se vuoi cessare una linea senza passare ad altri operatori, invia una richiesta di recesso completa tramite uno dei canali indicati, conservando prova di invio e ricezione e tenendo conto che l’efficacia scatta dopo 30 giorni. Se invece stai cambiando operatore, contatta solo il nuovo fornitore e gestisci con lui la migrazione/portabilità: al termine del passaggio il vecchio contratto si chiuderà automaticamente, evitando doppie richieste e doppie fatture. Se il tuo contratto include rate di dispositivi o contributi di attivazione, deciderai — come previsto dai moduli ufficiali — se continuare la rateizzazione o saldare in unica soluzione. In qualunque scenario, eventuali spese di recesso devono rispettare i limiti fissati dall’AGCOM e non possono trasformarsi in penali mascherate.
Infine, una raccomandazione pratica: in caso di offerta con apparati verifica sulla tua area clienti o nelle pagine di supporto Vodafone se l’apparato debba essere restituito e con quali modalità, perché le istruzioni variano a seconda dell’epoca e della tipologia dell’offerta; per la sola “Vodafone Station” Vodafone indica oggi la fornitura gratuita senza obbligo di reso in caso di recesso, mentre per altri dispositivi esiste una specifica procedura online di conferma del reso. Questo controllo puntuale ti mette al riparo da addebiti per mancata restituzione.
Modulo Disdetta Vodafone PDF
Di seguito è possibile trovare un modulo disdetta Vodafone PDF.